Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/398

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Libro Terzo. 175

dolo mai ritrovato à sedere, non che à dormire, mà in continuo moto, tenendo svegliate le sue genti, e nelle fattioni occupate. Ottenne da quella Republica una Piazza morta in premio delle sue fatiche. Mori finalmente nella sua Patria pochi Anni à dietro di una lunga infermità, nella quale era cascato per gli varij patimenti della guerra; lasciando heredi Magio suo figliuolo, dell'una, e dell'altra Legge Dottore, il quale in uno de i proprij, e de i paterni meriti gli honori si gode.


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rà Giovan Battista Castagna dell'Ordine de gli Heremitani di Sant'Agostino, essendo trascendente d'ingegno, fè gran progresso nelle Theologiche, e Filosofiche lettere: Onde ne gli Studij Generali della sua Religione hebbe tutti i gradi soliti conferirsi à più purgati soggetti. Finalmente assunto alla dignità Magistrale di Sacra Theologia, fù da gli suoi superiori mandato Regente à Cesena, di lì havendo compito il solito triennio nella medesima carica, passò a RImino, e poi à Padova; di dove per alcuni non meritati disgusti, partì per Milano, chiamatovi per Lettore de' Monaci Cisterciensi. Et al Capitolo celebrato in Roma, quando fù eletto per Generale della sua Religione il Padre Asti, hebbe l'assistenza della Cathedre, che da valorosi Reggenti di quell'Ordine d'ogni Provincia del Mondo erano per sostentarle venuti: le cui sottili risolutioni ogni letterato fecero stupire: Onde divulgatosi del suo valor la fama, i primi Dotti di Roma, come ad Oracolo concorrevano per udirlo. Nel medesimo Capitolo, da quei Padri fù eletto Diffinitore, honore segnalato à i più degni solo della Religione conferito. Dopò infiniti stenti, per riposarsi tornato alla Patria, in varij Conventi principali fù Prior eletto, ilquale (eccetto quello di Corinalto) accettar non volle, parendoli di perder in quegli officij (quantunque per se stessi honorati, e da altri ambiti) oltra misura il tempo. Accettò nondimeno il Provincialato della Marca; essendo stato eletto à voce viva in Cingoli, al principio intorno di questo secolo; nel qual'ufficio, secondo l'espettatione egregiamente portossi. Morì in Corinalto pochi Anni à dietro, con doglia infinita non tanto della Religione, per la perdita di si utile, e stimato Alunno; quanto della Patria, che non poco vantavasi di havere un tanto meritevole figlio generato.


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rà Stefano Magini anch'esso Heremitano, fece li Filosofici, e Teologici corsi con infinito applauso, e riuscendo in tutte le sue virtuose attioni egregio, con facilità conseguire potè ogni grado, solito conferirsi à i più elevati spiriti delle Scuole. Fù finalmente (dopò lunghi sudori) creato Maestro, e mandato Reggente in Trivigi, e poi nella Città di Fermo. Di dove per la fama della sua Dottrina, fù condotto Lettore

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