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per tutto le più orribili stragi. Carlo per suaso, che la severità fosse l'unico mezzo di tenere in dovere i sudditi, gli aggra vò di nuove imposizioni, e gli spogliò di quasi tutte le sostanze che possede ano, quali divennero la ricompensa di co loro , che gli stavano d' intorno. Egli non nutriva altra inquietudine, che dal canto di Corradino, temendo, che il no me solo di questo Principe sventurato servisse a riaccendere l' estinto fuoco. Comandò pertanto, che se gli facesse il processo, come se il contrastare in guer ra la propria corona fosse un delitto, I Giudici Francesi e alcuni Napolitani corrotti, o dall'oro o dal timore lo sen tenziarono a morte unitamente al caro e indivisibile suo amico Federico Duca d' Austria, ultimo rampollo di una famiglia che era gran tempo stata padrona di quel vasto paese. Letta loro la sentenza vennero condotti in mezzo al mercato di Napoli ove era eretto un palco coperto di drappo rosso: Il Re Carlo circonda to da tutti i suoi cortigiani, volle essere testimone dell'esecuzione . Prima fu reci sa la testa a Federigo. Corradino dopo es sersi intenerito per qualche tempo in vis ta del cadavere del fido suo compagno volgendo lo sguardo alla moltitudine , che assisteva a quel funesto spettacolo, disse ad alta voce, che non avea avuto disegno di usurpare la corona delle due Sicilie, ma recuperarla come un bene, che legittimamente gli apparteneva. Gettò quindi un suo guanto in mezzo al popo lo, dichiarando suo erede e vendicatore
