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seguito l'esempio della capitale, talchè si contarono nell'isola più di 14 mila Francesi, sacrificati alla pubblica esecra zione, Carlo non stette molto a essere avvisato in Napoli dell'orrida carnifici na de' suoi nazionali, e non è facile l' immaginare quale effetto producesse tal nuova nell'animo d'un Principe così vio lento. Tosto messe in mare la flotta, che avea destinata contro l'Impero Greco, e volò ad assediare Messina. Gli abitanti vedendosi vivamente attaccati chiesero di capitolare sotto certi dati patti, che lo inasprirono anche più per l'audacia che nutrivano di proporre condizioni al Sovrano. Dette una risposta, che loro tolse ogni speranza di accomoda mento, per il che si accinsero alla più valida resistenza, e dettero tempo al Re di Aragona di accorrere alla loro difesa. Questo Monarca era già entrato in Pa lermo, accolto da que' cittadini come lo ro padrone e liberatore. Scrisse a Carlo e gl' intimò fieramente di uscire dalla Si cilia con minaccie di astringervelo, in caso che ricusasse. Carlo rispose sul me desimo stile, e quando fu costretto dal suo rivale a levare l'assedio di Messi na, pubblicò un manifesto ripieno di quelle incivili ingiurie, che non dovreb bero usarsi mai tra'Sovrani. Si sfidaro no a un singolare combattimento, ma l' esito del duello fu una fiera battaglia in mare alle viste di Napoli, ove i France si restarono totalmente sconfitti e il Prin cipe Carlo erede del trono vi fu fatto Prigioniero dal bravo Ruggiero di Lau
