dini e Crispi gridassero che quell’ordine del giorno era troppo poco e pretendessero dal Governo risoluzioni spavalde che lo avrebber portato a metter Roma e Venezia in disparte per rompere guerra al gigante del Nord, a noi, lontani di venti e più anni da quel giorno, può parere ancora un sogno che nel Governo e nel Parlamento di Italia i ricordi delle origini recenti parlassero e influissero ancor tanto da trascinarli a voti di quel genere. Ed io mi domando con curiosità se il ministro che trovò allora il coraggio di quelle parole