Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/269

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giulio cesare 249

tutti credevano che il dominio d’un solo fosse una necessità, fosse l’unico mezzo di rendere al mondo la pace interna e la sicurezza della vita civile, primo ed essenziale scopo della sociale convivenza.

Noi, allettati dalla simpatica idea della repubblica, consideriamo facilmente come tiranno e usurpatore Cesare; dimenticando che nulla aveasi allora di quel che oggi nella repubblica ci alletta, cioè la maggior libertà di tutti. Cacciati i re, vi si era surrogata una nobiltà, che possedendo essa sola e i terreni e i riti religiosi e in conseguenza le cariche e i giudizj, pesava sopra una plebe senza diritti, senza nozze legittime, senza possibilità di reclami ai tribunali. Questa poco a poco arrivò ad acquistare l’eguaglianza legittima, ma i nobili seppero impadronirsi di tutte le fonti della prosperità materiale; essi gl’impieghi, essi gli appalti, essi il governo delle provincie, tutti i vantaggi assicurandosi collo stringersi una lega oligarchica fra loro e i banchieri. Ridotto all’unica libertà dell’obbedire, il popolo affìdavasi in qualche capo, nobile come Silla o plebeo come Mario non importa, purchè forte abbastanza da reprimere i veri tiranni, con una potenza che derivassi dal popolo e lo rappresentasse, e parificasse le varie classi. Gli stessi fautori della repubblica non voleano già ripristinarla, e al figliuolo di Pompeo proponevano come premio il dominio di Roma.

Cesare, arbitro della repubblica, ne rispettò le forme. Privo di figliuoli, e sapendo aborrito dai Romani il nome di re, non pensò cominciare una dinastia; ma neppur mai ebbe l’idea di ripristinare la repubblica, come Silla; e vuolsi tenerlo come il vero fondatore dell’impero, già in lui il nome d’imperatore non avendo più il consueto significato di generale trionfante, ma divenendo titolo di suprema autorità.

Conoscendo come il prorogato comando avesse a lui agevolato il giungere all’autorità suprema, vietò che nessun pretore potesse durare in governo più d’un anno, più di due un uom consolare; perdonò satire, maldicenze, trame, inveterate nimicizie; fece rialzare le statue di Pompeo e di Silla abbattute nel primo furore; girava senza guardie e senza corazza per la soggiogata città.

Applicatosi tutto alla politica riparatrice, Cesare voleva costituire un governo, ereditariamente preseduto dal capo del popolo, con garanzie contro gli arbitrj e colle maggiori libertà possibili: nell’intento di rialzar la società favorendone i progressi, collegare le vinte nazioni