Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/638

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614 illustri italiani

non mi è parso meraviglia se parla più chiaramente che gli altri, avendo tutta la sua dottrina preparata e fondata sopra le Scritture sante, le quali nel suo interior senso non predicano altro che questa giustizia, ed avendo così bel commento per intendere quel che leggeva, com’era la conformità della vita la quale gli dava continua esperienza della verità imparata, e per questo doveva essere risolutissimo. E se gli altri avversarj di questa verità si mettessero per questa via a esaminare com’ella sta, cioè per queste due regole delle Scritture e dell’esperienza, cesserieno senza dubbio tutte le controversie. Nunc enim ideo errant quia nesciunt scripturas et potentiam Dei, quæ est abscondita in Christo, il quale sia sempre laudato, che ha cominciato rivelare questa santa verità, e tanto salutifera e necessaria a sapere, usando per istromento vostra signoria reverendissima, per la quale tutti siamo obbligati continuamente a pregare sua divina maestà ut confortet quod est operatus alla gloria sua e benefizio di tutta la Chiesa, come femo tutti et in primis la signora marchesa (Vittoria Colonna), la quale senza fine si raccomanda a lei».

La pietà di quei colloqui appare viemeglio da quanto allora scriveva il Flaminio, e singolarmente da una lunga lettera a Galeazzo Caracciolo.

Era naturale che il Polo esercitasse molta efficacia sulle persone che l’attorniavano1, venerato anche come martire della causa migliore. Allora poi che Maria la Cattolica salì regina d’Inghilterra, egli fu mandato colà a consigliarla e coadjuvarla2. Ma ben presto

  1. Il Caracciolo, autore della vita di Paolo IV manoscritta, ebbe a mano il compendio de’ processi dell’Inquisizione, e ne usa con poca critica, non distinguendo il sospetto dalla colpa. Secondo lui, «il cardinale Polo era molto sospetto di eresia, della quale era infetta tutta la sua Corte a Viterbo, estendendosi alle monache di colà; com’anche a Firenze i monasteri interi erano infetti».
    Nel processo del cardinal Morone, un testimonio racconta d’un prete che, divenuto famigliare del Polo, fu da questo convertito alle nuove dottrine; talchè scrisse al Contarini, lagnandosi gli avesse insegnato tanti errori, mentre ora aveva aperto gli occhi alla verità. Vuol pure che il Morone fosse stato pervertito da esso Polo. Vedasi avanti il ritratto del Morone.
  2. Non è fuor di luogo notare come la Chiesa anglicana conservasse un complesso di dogmi, di sacramenti, di riti, di prescrizioni, d’osservanze, che, più d’ogni altra forma di protestantismo, la avvicinano a noi; con un sacerdozio che si presume apostolico; colla pretensione di purità, unità, perpetuità. Anche il suo Common prayer book, o Libro di preghiere, nella maggior sua parte si scambierebbe per