Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/642

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618 illustri italiani

rendissima, che è di prezzo tanto, quanto per me vale l’anima mia quando la riguardo in Cristo, ove lui, come suo istromento, me la fa vedere, e sentire ogni momento la grandissima verità che Iddio gli ha posto nel cuore, riguardato e conosciuto da quel di vostra signoria reverendissima con altro lume che non fo io. Piaccia al Signore di aumentarli in grazia sua, e favorirli quanto per sua gloria gli bisogna».

«PS. Non lascerò di dire a vostra signoria questo a mia confusione, che, quando il senso talor, imitando la madre del giovane Tobia, mormora de’ timori per le insidie fatte a monsignor, subito lo spirito gli risponde, Satis fidelis est vir ille cum quo dimisimus eum. Sicchè vostra signoria vede che fa l’officio dell’angelo».

Più tardi lo ringraziava di quanto fece per esso monsignor d’Inghilterra, e «quando riguardo vostra signoria reverendissima e monsignor Polo insieme in una medesima stanza, non mi ammiro se, da una stessa virtù riscaldati, non si saziano d’accendersi l’uno l’altro: ed io sola fredda ed inferma, scrivo consolata della certezza che pregano il Signor nostro per me, e che vostra signoria si degni servirsene che certo più che mai si rinforzano qui da queste buone madri l’orazioni per lei».

In altra lettera gli ha invidia della «sua molta umiltà, sapendo quanto è differente il concetto che ne hanno quelli che in Cristo il conoscono; e rimpiange la conversazione che avea con lui «massime quando le ragionava di quel libro che sì bene apre spesso»1. Confesso a vostra signoria che mai a persona fui più obbligata che al Polo, e ora in tanto spirito che nelli suoi scritti non si degna nominare altro che Gesù, come poi la signoria vostra vedrà con grazia di Dio, qual si degni sempre mandarlo di consolazione in consolazione, finchè sia abbracciato dalla vera e eterna in quella patria, dove solo guardando, si fa ogni faticoso peregrinaggio felice».

«Le tribulazioni che il Polo soffre, e fatiche e calunnie, niente mi molestano, chè troppo saldo è il suo fondamento, e troppo ben compatto e stagionato l’edifizio con mille ferme colonne di esperienza, in modo che tutte le tribulazioni son sicuri testimonj della sua fede invittissima: ed ogni vento contrario accende lume della sua speranza: e quanta opposizione gli può dar il mondo nelle opere

  1. V’è ragioni per credere fosse il Benefizio della morte di Cristo.