Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/19

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cagliostro 11


Varie loggie ebbe Napoli, le quali poi nel 1756 si legarono in una nazionale, che corrispondeva colla Germania; nel 1767 un moribondo per iscrupolo, e un cavaliere per dispetto di vedersi sospesi i larghi sussidj, ne rivelarono l’esistenza e il granpriore di quel regno, ch’era il duca di San Severo. Arrestato questo, immediatamente il suo palazzo andò in fiamme, ma il popolo le estinse, talchè poteronsi avere i carteggi. Esso duca non negò nulla, espose il fine e i mezzi, e accertò che da sessantaquattro mila massoni contavansi nella sola Napoli, a milioni gli adepti. Secondo un ragguaglio steso allora e colle incertezze inerenti a società secrete, la massoneria rimontava a censettantacinque anni indietro, quando il vescovo inglese Cromwel fondò una camera e sette assessori, uno per nazione; ciascuna nazione suddivisa in cinque provincie, con un assessore per provincia.

Questo secretume dovea recare sospetto non men che al clero, ai principi, i quali vollero ripararvi ma colla fiacchezza caratteristica di tutti gli atti di quel secolo. Nel 1737 il granduca (imitando l’Olanda e la Francia) avea proibito le adunanze muratone. Carlo III di Sicilia vi applicò le ordinanze contro i perturbatori della pubblica tranquillità; e il Tanucci, che pur era propenso alle novità, le proibì affatto, massime in occasione che una iniziata restò colpita dalle cerimonie in modo, che cadde malata e morì, onde il pubblico ne levò rumore. Carolina regina le fece ripristinare, onde ne’ banchetti brindavasi alla salute di quest’austriaca, che fra poco doveano esecrare.

A Venezia si aprirono loggie fin dai loro cominciamenti, ma nel 1686 se ne ordinò la chiusura. Ve le ripiantò un Sessa napoletano, e vi erano affiliati nobili abati, negozianti. Quegli oculatissimi inquisitor di Stato n’ebbero conoscenza da un rotolo di carte, che Girolamo Zulian dimenticò in gondola. Subito invasa, mentre nessun v’era, la loggia presso San Simon Grande, se ne asportò quel mistico e burlesco corredo di cranj, pentagoni, seste, tamburi, cazzuole, grembiuli, e si bruciarono al cospetto del popolo, che li credette stregherie. Allora vengono proibite le loggie, anche quelle aperte a Vicenza e Padova, senza però castigare gli aggregati, che forse erano troppi di numero e di potenza, e che non tardarono a rannodarsi e a cospirare per la distruzione della repubblica.

Anche fra loro v’avea protestanti, che faceansi Illuminati o Rosacroce, oppure a forza di evocazioni teurgiche e speranze febbrili, diventavano cattolici, come avviene degli odierni spiritisti.