Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/203

Da Wikisource.

barnaba oriani 193


L’Oriani sapeva dunque distinguere la patria da coloro che la disastrano.

Dalle molestie de’ concittadini lo salvò ancora il Buonaparte dicendo: — La scienza non è di nessun partito; chi non è un vigliacco deve onorarla, di qualunque colore ella sia».

Allora gl’invidiosi, non potendo prenderlo a bastonate, cercarono dargli colpi di spillo, e voleano che egli e il Parini montassero la guardia nazionale, e più vi si ostinavano perchè preti, e li minacciavano del Consiglio di disciplina, o, ciò ch’è più temuto, di diffamarli sui giornali. L’Oriani, se si fosse trattato di difender la patria, credo avrebbe anch’egli preso il fucile, ma non potea che compassionare quelle parate, dove il vivindarno pavoneggiavasi quanto il capitano che meritò col sangue gli spallini, dove il piazzajuolo creatosi tenente pretendea comandare ai dotti e ai preti di passar le ore nel corpo di guardia, montar in sentinella e far la ronda. — L’eguaglianza (rispondeva l’Oriani) sta nel sollevare costoro al nostro livello, non nell’abbassar noi al loro». Così egli conservava i pregiudizj che il merito personale formi una distinzione, che le abitudini siano una giustizia, che la libertà vuole siano protetti gli averi, sicura la religione, rispettate le opinioni.

Quel Governo non seppe farlo, e perciò cadde; e il generale liberalone si fece re, e i repubblicani divennero suoi ministri, suoi cortigiani, suoi umilissimi servitori.

Chi conosce la storia pretende che l’educazione dei frati, i quali consideravano gli uomini come un nulla in faccia a Dio e che ciascuno sia alto o basso unicamente pe’ suoi meriti, e responsale delle proprie azioni, formasse dei caratteri robusti, delle volontà ferme, delle spine dorsali poco pieghevoli; insomma di quegli ostinati che, quando han visto che un’azione non va bene, non la fanno mai più a qualunque costo, e alle lusinghe come alle minaccie rispondono: — Non è lecito».

Queste caparbietà le aveva anche l’Oriani, e come non erasi curvato a un questore o ad un sergente, così si tenne ritto in faccia al Buonaparte divenuto Napoleone. E quando doveva, pel suo posto, andare alla Corte, ci stava come chi sa di starci per diritto; e come chi crede onorar la reggia andandovi, anzichè cercarla per esser onorato. E se Napoleone gli domandava, — Abate Oriani, cosa posso fare che vi piaccia?» egli rispondeva: — Maestà, compri un telescopio per