Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/252

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sono soltanto coperti, ma cancellati dal sangue di Gesù Cristo; la cui giustizia è non solo imputata, ma attualmente comunicata ai fedeli per opera dello Spirito santo. Ma poichè pur troppo la carne si ribella allo spirito, perciò la giustizia nostra non è perfetta, e quindi divien necessario il gemito continuo dell’anima pentita.

Quanto al merito delle opere, la vita eterna è una grazia misericordiosamente promessa, e una ricompensa data alle buone azioni, il cui valore proviene dalla Grazia santificante. Il libero arbitrio non può dirigerci alla felicità eterna se non mosso dallo Spirito santo, ma i precetti, le esortazioni, le promesse e le minacce del Vangelo mostrano abbastanza che noi operiamo la salute nostra pel movimento delle nostre volontà, ajutate dalla Grazia. Sebbene (dice il Concilio) le sacre carte stimino tanto le buone opere, e Gesù Cristo prometta che fino un bicchier d’acqua dato a un povero non resterà senza ricompensa; e l’apostolo attesti che un momento di sofferenza in questo mondo produrrà un compenso eterno di gloria: pure il cristiano si guardi dal fidare e glorificarsi in sè stesso, anzichè nel Nostro Signore, la cui bontà è sì grande, che vuol che i doni che ad essi fa sien meriti loro1.

Insomma i peccati ci sono rimessi per pura misericordia e pei meriti di Gesù Cristo: la giustizia, che è in noi per lo Spirito santo, la dobbiamo a una liberalità gratuita: le buone opere nostre sono altrettanti doni della Grazia. Dopo di che Éossuet trova strano che i Protestanti siansi separati da noi per questo punto, tenuto per essenziale su que’ primordj, mentre in appresso le persone sensate cessarono di considerarlo per tale.

La Chiesa per opere buone intende gli atti morali dell’uomo giustificato in Gesù Cristo, ossia i frutti della volontà corretta e dell’amore ispirato della fede. Meritorie chiamansi quelle che dalla nostra libertà sono prodotte nella virtù di Gesù Cristo. E quando si dice che il Cristiano dee meritare la vita eterna, s’intende che dee rendersene degno mediante il Salvatore. Vi sono opere buone al di là dei precetti; opere suprarogatorie, che possono ommettersi senza ledere la legge suprema della carità. Ma quando i Protestanti asserivano l’inutilità delle opere in ge-

  1. Sess. XIV, c. 8. È la frase di sant’Agostino, che Dio corona i proprj doni coronando il merito de’ suoi servi.