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22 viaggio al centro della terra


Queste cattivo latino può essere voltato così:

Discendi nel cratere dello Yocul di
Sneffels che l’ombra dello Scartaris viene
a lambire innanzi le calende di luglio,
viaggiatore audace, e tu perverrai
al centro della Terra. La qual cosa io feci
Arne Saknussemm.

Mio zio a tal lettura diè un balzo, come se avesse inopinatamente toccato una bottiglia di Leida. Era magnifico per l’audacia, la gioia e la convinzione. Andava e veniva, si stringeva la testa fra le mani, mutava di posto le seggiole, ammucchiava i libri, gettava in aria (cosa da non credersi) i suoi geodi preziosi, avventava qui un pugno, là uno scappellotto. Finalmente i suoi nervi si quetarono e, come uomo sfinito da soverchio consumo di fluido, ricadde nel suo seggiolone.

«Che ora è? domandò dopo alcuni istanti di silenzio.

— Le tre, risposi.

— To’! ho digerito assai presto il desinare; muoio di fame. A tavola. Poi, poi...

— Poi?

— Tu farai la mia valigia.

— Che! esclamai.

— E la tua;» rispose lo spietato professore entrando nella sala da pranzo.


VI.

A queste parole un brivido mi corse per tutto il corpo. Tuttavia mi trattenni. Risolvetti anzi di far buona figura. Degli argomenti scientifici potevano soli arrestare il professor Lidenbrock. Ora io ne aveva di eccellenti contro la possibilità di un simile viaggio. Andare al centro della terra! Qual follia! io riservai la mia dialettica pel momento opportuno ed intanto mi occupai del desinare.

Inutile riferire le imprecazioni di mio zio dinanzi la tavola apparecchiata. Tutto si spiegò. La libertà fu resa alla buona Marta, la quale corse al mercato e si adoperò per modo che un’ora dopo la mia fame era calmata ed io ritornava al sentimento della situazione.