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viaggio al centro della terra 31

Marta intenta a dare alla camera da pranzo l’ultima spazzolata della sera. Ma io non avevo tenuto conto dell’impazienza del professore. Lo trovai in mezzo ad una frotta di facchini che scaricavano certe mercanzie nell’andito gridando ed agitandosi, mentre la vecchia serva non sapeva dove dare del capo.

«Su, Axel, affretta dunque disgraziato! esclamò mio zio, non appena mi ebbe veduto da lontano; e la tua valigia che non è fatta, e le mie carte che non sono in ordine, e la mia sacca da viaggio di cui non trovo la chiave, e le mie uose che non vengono!»

Rimasi stupefatto; mi mancò la voce, e fu a gran fatica che le mie labbra poterono articolare queste parole:

«Noi partiamo dunque?

— Sì, disgraziato, che te ne vai a spasso invece d’essere al tuo posto.

— Noi partiamo? ripetevo con voce affievolita.

— Sì, dopo domani mattina alle prime ore del giorno.»

Non potei intenderne di più, e mi ritrassi nella mia cameretta.

Non v’era più dubbio; mio zio aveva impiegato tutto il pomeriggio a provvedere parte degli oggetti ed utensili necessari al suo viaggio. L’andito era ingombro di scale di corda, di corde a nodi, di torcie, di fiaschette, di ramponi di ferro, di picconi, di bastoni ferrati, di zappe, tanto da caricare per lo meno dieci uomini. Passai una notte orribile. La domane mi sentii chiamare di buon mattino. Ero determinato di non aprire la porta; ma come resistere alla dolce voce che pronunciava queste parole: «Mio caro Axel!»

Uscii dalla mia camera. Pensai che il mio aspetto disfatto, il mio pallore, i miei occhi arrossati dall’insonnia, dovessero produrre sopra Graüben un grand’effetto e mutare le sue idee.

«Ah! mio caro Axel, mi diss’ella, vedo che tu stai meglio e che la notte ti ha calmato.

— Calmato! sclamai.»

Mi precipitai verso lo specchio. Chi lo crederebbe? Io aveva una faccia assai meno brutta che non supponessi!

«Axel, mi disse Graüben, ho parlato a lungo col mio tutore. È uno scienziato ardito, un uomo di gran coraggio, e tu ti ricorderai che il suo sangue scorre nelle tue vene. Egli mi ha raccontato le sue speranze, i suoi disegni, perchè e come confida di raggiungere il suo scopo.