Pagina:Kant - Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello, Napoli, 1826.djvu/30

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naturali ed acquisite. 29

Thibet, sono follie. Nell’opere di spirito e di gusto, le poesie di Virgilio e di Klopstok, appartengono al nobile; quelle di Omero, e di Milton al genere gigantesco. Le metamorfosi di Ovidio sono mellonagini1, e i racconti delle fate nate da quelle francesi frenesie, sono le più miserevoli di tutte le scempiagini che siansi mai immaginate. Le poesie anacreontiche2 sono ordinariamente vicinissime a quel che chiamasi goffaggine.

Le produzioni dell’intelligenza applicata agli oggetti i più Sublimi, secondo, ch’essi s’indiriggono, con più, o meno successo al sentimento del bello e del sublime, possono ricevere

  1. La severità eccessiva di questo giudizio sa dell’ingiustizia. Il poema delle metamorfosi è il capo d’opera di Ovidio. Era così permesso a questo scrittore scegliere il suo soggetto nella credenza religiosa della sua nazione, come a Milton ed a Gessner trattare biblici soggetti, come al Tasso domandare il suo al cristianesimo. Per altri riguardi il Sulmonese poeta quasi sempre ha vestito il suo componimento della malia delle immagini, e qualche volta di quello del sentimento. Tra le altre, la sua favola di Filemone e Bauci è commovente per la sua verità. Pur con sua riuscita, rimaneggiò la Fontaine, dopo di lui, questa pagina della cronaca pagana: noi però crediamo che Ovidio è sempre rimasto l’antico. Noi stessi abbiamo avuto l’occasione di trattare severamente il disgraziato favorito di Augusto, il Bussy-Rabutin del suo tempo; e sembraci la nostra critica meglio motivata di quella di Kant. (Keratry)
  2. Sono ormai trenta e più anni che questa apprezzazione d’un genere di letteratura coltivata con tanto successo in Francia abbia fatto esclamare moltissimo: si sarà pertanto meravigliati assai di pensare come il dotto professore. (Keratry)