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LA RELATIVITÀ DELLO SPAZIO 43

lunghezza da misurare in rapporto al sistema dell’osservatore. La relazione è dunque la stessa tra il primo e il secondo sistema di quella tra il secondo e il primo. Riprendiamo il nostro esempio: se l’osservatore del treno vuol misurare una lunghezza sul suolo non lo può se non per mezzo del secondo metodo perché il suolo è in movimento rispetto a lui, come lui, in rapporto al suolo. Le relazioni sono dunque reciproche, ed è in ciò appunto una delle basi di tutta la concezione di Einstein; per Lorentz questo non era nulla, perché un accorciamento fisico è qualche cosa di assoluto, e non lo si può supporre dipendente dall’osservatore che lo mette in evidenza. In pratica, Lorentz non può naturalmente fare a meno di collocarsi sul terreno della relatività, ma la sua teoria è assolutista; Einstein ha eliminato questo disaccordo tra la pratica e la teoria.

Senza dubbio si rimprovererà a questa concezione dello spazio di essere un po’ troppo astratta e poco chiara e di urtare troppo direttamente, con la sua teoria della discordanza dei due metodi di misure, il senso comune, che esigerebbe categoricamente l'identità dei due risultati. Io non mi lascerò trascinare in una discussione sulla parte che il senso comune deve avere nella scienza, poiché il mio solo scopo è di esporre, secondo il mio meglio, la teoria della relatività e di farla capire al lettore. Ma non vorrei contentarmi di dichiarare ingiustificate o destituite di senso tutte le obiezioni e tutti i dubbi che sono sorti su questioni di cui ciascuno riconosce la difficoltà.