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74 LA RELATIVITÀ PARTICOLARE

sformazione.” È Lorentz che le ha trovate, ma Einstein è giunto, con la teoria, a dedurle da due ipotesi:

1. L’invariabilità della velocità della luce qualunque sia l’osservatore: noi ammetteremo che è sufficientemente dimostrata dall’esperienza.

2. La relatività di tutti i movimenti rettilinei ed uniformi. Tutti i sistemi in movimento relativo rettilineo ed uniforme godono esattamente delle stesse proprietà. È impossibile distinguere uno che sia “in quiete.” Tutte le leggi naturali sono assolutamente identiche qualunque sia il sistema nel quale esse vengono studiate. In particolare il passaggio da un sistema ad un altro deve farsi come il passaggio inverso, cioè per mezzo delle stesse equazioni di trasformazione.

Le difficoltà di calcolo, puramente matematiche, non sono cosí grandi come potrebbe sembrare a prima vista, almeno sino a che ci si limita ai primi principî della teoria che abbiamo qui accennata. Tali difficoltà nascono sempre dalla lotta senza tregua che risorge tra l’immaginazione che vuole una rappresentazione che le parli, e la teoria che, basata su fatti non rappresentabili e su calcoli piú astratti ancora, dimostra l’impossibilità di questa rappresentazione.

Per finire, a noi è necessario rispondere ad una questione che ritorna sempre in queste discussioni e che il lettore si sarà di già posta. Un sistema può muoversi con la velocità della luce o una velocità superiore? La risposta non è difficile. Supponiamo che il nostro treno corra piú velocemente della luce: un segnale luminoso,