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     Mi sgorgano dal core
     Incessanti sorgenti
     60D’improvvisato canto.
     Eppoi, rapidamente
     Se ne va la stagione
     Troppo breve del canto:
     Finchè regna la state
     65E fiorisce la rosa,
     La mia voce risuona;
     Appassita la rosa,
     Ammutolisce ’l canto.
     Poi le tante e discare
     70Cure vengono a stormi,
     Poco a poco ingombrando
     Tutto il cielo con densi
     E mesti nuvoloni,
     Spesso per sempre il sole
     75Della vita velando.
     Poi la vecchiaja segue,
     Del cantar, d’ogni gioja
     Inevitabil tomba.

Fortunato custode
     80Di queste sacre stanze,
     Deh! segui tu l’esempio
     Benevolo del pio
     Ministro della Dea!
     Jeri, sovra questa
     85Pianta istessa posata,
     Al tramontar del sole
     Io qui sola cantava,
     Quando subitamente
     Vidi dal bosco uscire
     90L’eccelso sacerdote,
     E sbigottita tacqui.
     Nello stesso momento
     Egli nel bosco rientra
     Senza dubbio volendo
     95Rassicurar la schiva
     Cantatrice a finire
     A suo talento l’inno,
     Che cominciò alla lode
     Della benigna Dea.