Pagina:L'Utopia e La città del Sole.djvu/17

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prefazione. xvii

tem tibi, et pauperis tui ne obliviscaris in finem: Domine non confundar, quoniam invocavi te: ed inchinatosi sotto del duro ceppo, fu separata quella preziosa testa dal busto. Così partì da questa valle di miserie l’anima benedetta; nè solo da tale spettacolo partirono sconsolati gli astanti, ma in ogni parte di quella città, del regno, altro non si udiva che doglianze per tanta perdita. Vi è chi ha scritto, che l’istesso Enrico Ottavo non si rattenne dalle lacrime, e che voltato alla mal nata Bolena: per tuo riguardo, disse, sono astretto a lordarmi col sangue più degno che avesse il mondo: e ch’ella sorridendo, rispondesse, di tal carato al certo non era quello del Moro; e portatisi nella Galleria dove si conservavano i ritratti degli antichi e moderni uomini segnalati; mirandovi fra quelli l’effigie del Moro, maestrevolmente colorita da Giovanni Olbein fiammingo, inclito artefice; ohimè, disse la crudele, par tuttavia ancor vivo costui sopra codesta tavola, ed ordinando che si levasse dal posto, perchè se ne andasse in pezzi, l'avventò dagli alti balconi del regio palazzo. Ma ancorchè alquanto malconcio cadesse quel degno e vivo ritratto, per divina provvidenza ad ogni modo fu conservato, ed ora qual prezioso tesoro si custodisce in Roma nella nobile ed antica casa de’ signori Crescenzj, disponendo il Cielo che nella città capo del mondo sia riverito l’aspetto di quel Prode, che per la fede della santa romana chiesa così nobilmente sacrificò la sua vita.

La commossa e divota famiglia del Moro, era stata tutto quel giorno in sante orazioni, pregando felice transito al suo buon Padre, e l’intrepida Margherita, scorrendo per le chiese, faceva elemosine anche per il medesimo intento. Certificata poi essere già il tutto eseguito, mentre si trovava assai lungi dalla sua casa, si rammaricava di non aver sopra danari, per comprare la tela da involger le membra del suo morto genitore, e sottrarle così quanto prima ai strapazzi, ai quali per molti giorni era stato sottoposto il sacro corpo del venerabile Fisherio; ma animata dalla matrona, che l’accompagnava, che ben avrebbe avuto credito a doverla pagar poi; entrava in una bottega, ed avendola scelta, mentre si accingeva a scusarsi, per non aver la moneta, che si richiedeva per il prezzo, a caso movendo la tasca sentì che risonava, e mirandovi dentro trovò esservi per appunto tanta quantità di denaro, quanto che si era pattuito, e da questo evento assicurata con pia arditezza asceso il palco, e baciato. Il petto dell’estinto padre, aiutata da altri ve l’involse, e condusse con ogni sicurezza, senza che vi fosse chi contraddicesse, a dargli sepolcro.

Ci piace poi troppo l’esaltare il nome italiano, ovecchè il troviamo rispondere tra gli stranieri, perchè non tragghiamo dal Regi la lettera che prima di morire il Moro scriveva al Bonvisi luc-