Pagina:L'Utopia e La città del Sole.djvu/42

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18 utopia.

dere: ma ti riservo per il seguente giorno, se non occorre altro impedimento. E volto a me disse: vorrei, o Raffaello, da te sapere, con qual fondamento giudichi che non si punisca il furto con morte, e qual pena tu assegneresti ai ladri, che fosse alla repubblica più utile, quando che non tu ancora pensi che si debba tollerare il furto? E se la morte ora non ispaventa i ladri, se fossero della vita sicuri, qual forza li raffrenerebbe? Parmi, rispos’io, iniquità tòrre la vita all’uomo, per aver egli tolto i danari; perchè niun bene umano si può con la vita ragguagliare. Se diremo che si appendono per aver violato la giustizia e le leggi; non chiameremo noi quella somma giustizia, una somma ingiuria? Nè si commendano le leggi tanto imperiose, che per minimo errore stringano la spada, nè tanto stoiche che giudichino i peccati essere eguali, come uccidere l’uomo e rubare denari. Dio vietò l’uccisione, e noi così prontamente uccidiamo per picciolo furto? Se dirà alcuno l’omicidio esser vietato, quando non è dalla legge umana ordinato, potrà questa legge ancora ordinare che si adulteri o spergiuri. Avendo Iddio ordinato che l’uomo non uccida altri, neanco sè stesso; se possono gli uomini ordinare che si uccida alcuno senza la divina autorità, valerà il divino precetto quanto le umane leggi consentono: ed ordineranno gli uomini in ogni cosa in che guisa si hanno da osservare i divini precetti. La legge mosaica, benché aspra, punì il furto con danari, non con morte. Non pensiamo già che Dio nella nuova legge di clemenza ci abbia concessa maggior licenza di crudeltà. Così volendo noi punire egualmente i ladri e i micidiali, facciamo i ladri micidiali, i quali aspettando l’istesso supplicio, uccidono spesse fiate colui che rubano, per assicurarsi che sia il furto nascosto. Circa la punizione che sia convenevole di dare ai ladri, niuna è più comoda di quella, che tanto piacque ai Romani, nel maneggio della repubblica peritissimi. Essi dannavano a cavare metalli e pietre coloro che erano convinti di gravi colpe. Quantunque io