Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/109

Da Wikisource.

RAGIONAMENTO 93

le idolatriche superstizioni. Il berretto che ha in capo esser deve il modello di quel che i sacerdoti romani, i flamini in particolare, ad imitazione degli etruschi, adoperavano nelle loro funzioni e ceremonie. Nel rovescio il coltello e la scure, armi usate a scannare e sviscerare le vittime, ne fa quasi credere, che qui non si alluda se non all’aruspicina ch’ ebbe tanto grido e fors’anche sua prima origine in Etruria. E ben chi sapesse additarci quale sia stata la particolare città etrusca, ove la follia e l’ inganno di quesl’artifizio la prima volta ottenne autorità, ci avrebbe forse ad un tempo additata la città padrona di questa serie.

Su la destra del coltello truovasi costantemente rilevata la lettera (. S’ ingannerebbe per ventura chi la prendesse per iniziale d’ un nome di città o di popolo. Le serie seguenti c’insegneranno, che cotali lettere, o sieno nate in rilievo con la moneta, o impressevi dipoi in incavo su la moneta già fusa, non possono prendersi in questa significazione: anzi la loro varietà in una serie medesima sarà, noi lo crediamo, bastevole a toglier dall’animo de’ moderni Edipi ogni voglia di darne una interpretazione che riuscir possa plausibile e ragionata.

E questa la sola serie di monete fuse etrusche, la quale si palesi disciolta da ogni relazione con altre serie di città nazionali o straniere: la qual cosa rende forse più malagevole l’ accertarne la vera patria.

TAVOLE III. IV. V. VI. VII. VIII. IX.


Dal museo Coltellini di Cortona e dalle private raccolte d’ Arezzo, e Chiusi viene la poca luce che ci studieremo diffondere sulla oscurità delle monete di queste sette tavole. In quelle tre città vedemmo che vanno comunemente a colare cotai preziosi monumenti, quando vi sia chi li raccolga, e che di colà conviene li tragga chi li voglia vedere altrove. Egli è perciò che in Arezzo, Chiusi e Cortona trovammo scarsissime le monete di Volterra: invece le vedemmo in qualche numero presso il Marchese Strozzi, che in Firenze raccoglieva non le monete primitive della città che non può averle, ma quelle che dalle diverse parti di Toscana si portano in vendita in quella capitale. Di più la copia delle monete aretine, chiusine e cortonesi erano per noi troppo solenne argomento, che la prossima Perugia, la quale per abbondanza di primitivi monumenti non si rimane al di sotto dell’ altre, doveva anche in fatto di monete con esse gareggiare. Interrogammo con avidissima curiosità il Professore Vermiglioli e l’ Avvocato Speroni; ma con rincrescimento rilevammo che que’ due Archeologi per la molta e prudente sollecitudine nel raccogliere ed attendere alle pietre e a’ metalli scritti dell’ antica Etruria, non avean potuto tenere in egual conto le primitive monete della patria.

Mentre cotali fatti ci svelavano la provenienza ordinaria de’ bronzi di queste sette tavole, il peso ne indicava il tempo e il modo della introduzio-