Pagina:L'asino d'oro.djvu/56

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40 dell'asino d'oro

ne venne da me: e posciach’ella m’ebbe di fiori e di zuccherini ripieno, preso un bicchiere mi diede da bere; e avanti ch’io avessi finito di mandar giù tutto il vino, ella con ischerzevol modo, presemi il bicchier di mano, e messoselo a bocca, e riguardandomi così per traverso, dolcemente centellava quel poco che m’era avanzato, e due e tre altre volte riempiendo il bicchiere, rifaceva quella medesima danza; sicchè avendo oggimai con grandissimo nostro sollazzo bagnato amendue l’animo e ’l corpo di vino, entrati nel letto, cogliemmo gli ultimi frutti d’Amore, e scherzando e bevendo consumammo tutta quella notte; a somiglianza della quale ne trapassammo poi alcune altre. E in quel tempo Laura per avventura mi richiese con grande instanzia, ch’io fussi contento andare una sera a cenar con esso lei; e perciocchè io gliele negai più volte, ed ella non mai mi volle ammetter la scusa, egli mi fu necessario andarmene da Lucia, e reggermi col consiglio suo, non altrimenti che i magistrati antichi si facessero coll’auspicio. La quale avvengachè malvolentieri consentisse che me le discostassi niente, pure assai piacevolmente mi fece esente per una sera dalla sua milizia, e dissemi: Fa, il mio Agnolo, che tu torni come più tosto tu avrai cenato, perciocchè egli va attorno la notte una certa combriccola di giovani d’alto affare, i quali hanno messo a soqquadro la pace di questa città. Tu vedrai gli uomini giacer morti qui e qua per le piazze, ed è una compassione; e i lontani presidi del Signor di questa città e provincia non la posson liberar da così grande calamità: e a te, e la chiarezza del nome tuo, e l’esser forestiero ti potrebbon agevolmente far dare in qualche trappola. Sta senza pensieri, la mia Lucia, risposi io; perciocchè, oltre a che io per l’ordinario posporrei a’ miei piaceri le vivande altrui, io tornerò eziandio più tosto per amor tuo: e in oltre io non andrò solo; perciocchè mettendomi a canto le mie arme, io medesimo porterò meco la mia salute. Venuto poscia, il dì ch’era invitato, l’ora del vespro, cintomi