Pagina:L'astronomo Giuseppe Piazzi.djvu/53

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44 IL PIAZZI A PARIGI.


Adunque, allorchè Piazzi giunse a Parigi, colà cominciavano a svolgersi i primi semi della grande rivoluzione. Presentossi a Lalande. L’insigne astronomo, che professava al Collegio di Francia, e dal quale dipendeva l’Osservatorio di quell’antico e riputato Istituto, contava allora cinquantacinque anni; Piazzi aveva varcato l’ottavo suo lustro. Apostolo dell’ateismo (onde più tardi, non saprei con quanta verità, il Buonaparte, imperatore, da Schönbrunn — 18 gennajo 1805 — dirigendosi all’Istituto, il diceva caduto in uno stato d’infanzia), anima disdegnosa e piena di sè, pare accogliesse quasi freddamente in sua casa il professore palermitano. La diffidenza mutossi al divinar dell’ingegno: il nuovo scolaro ascoltava le lezioni di tanto maestro, giornalmente assistendo alle osservazioni di lui.1 Provetto nelle matematiche, già

  1. La seguente lettera, rinvenuta di questi giorni negli archivi della città di Palermox 1 da quell’egregio uomo e illustre scrittore ch’è il cav. Giuseppe Pitrè, prova in quali buoni rapporti di stima ed amicizia il Piazzi stesse col dotto francese; e noi siamo lietissimi pubblicarla in questa circostanza come documento e come novità, dichiarando la nostra viva riconoscenza a quel degnissimo amico nostro, il Pitrè, lustro e decoro degli studi nella benemerita metropoli di Sicilia.

    La lettera tocca la questione del Codice Arabo, scoperto dal padre Vella, e nella sopraccarta è indiritta à monsieur.

    1. V. Raccolta di Dispacci diretti al Canonico di Gregorio. Raccolta di lettere d’uomini illustri dirette allo stesso. Alcune particolarità sul Codice Arabo dello abbate Vella. Ms. Qq. F. 60 della Biblioteca Com. di Palermo, pag 161 e retro.