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l’edera 9


L’altro continuò a picchiare il bastone per terra: ed entrambi, uno triste, l’altro sorridente, pensarono alla stessa cosa, o meglio alla stessa persona.

Intanto una donna, piuttosto vecchia, vestita di nero, avvolta in un lungo scialle nero frangiato e ricamato, dopo aver salito il pendio della strada s’era fermata presso i due vecchi.

— Dov’è Rosa? — domandò, aprendo alquanto i lembi dello scialle.

— Dev’essere nel cortile, con Annesa, — rispose ziu Cosimu.

— Dio, che caldo: in chiesa si soffocava, — riprese la donna, che era alta e cerea in viso, col naso sottile, gli occhi neri cerchiati, le tempia coperte da due bende di capelli che parevano di raso grigio.

Ziu Cosimu la guardò e scosse la testa. Così alta e cerea, col suo scialle nero, la sua figliuola diletta gli sembrava la Madonna addolorata.

— In chiesa si soffocava? — egli ripetè, con lieve rimprovero. — È per questo che non tornavi più? Che frugavi ancora, laggiù?

— Mi confessavo: domani ci sarà la comunione generale, — rispose semplicemente la donna; poi s’avviò per entrare, ma giunta sulla porta si volse ancora e disse: — Paolo non è tornato? Non è tornato a quest’ora, non arriverà più, per stassera. Ora prepareremo la cena.

— Che abbiamo da mangiare, Rachele? — domandò il suocero sbadigliando.