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corredo — cotta. 95

Rientrando dalla Germania in Italia chürbez, kürbez, lasciò il signif. di “zucca” per assumere quello che ha al presente. L’ags. dal l. aveva tratto kyrfet.

Corredo, fornimento, guernimento (Brev. Mar. Pis; Boccaccio). Il Diez, dopo avere riannodata questa e parole sorelle [prov. conrei, afr. conroi, fr. corroi, sp. correo, cat. conreu, mlt. conredum] all’afr. roi, it. redo, ordine, dal quale risultano mediante composizione; dichiara poi potersi difficilmente ammettere che roi provenga dall’aat. rât “provvista, vaso”. A noi non pare che ci sia tutta questa difficoltà, e ne vedremo le ragioni alla parola Redo. Qui ci contenteremo di dire che le voci romanze anzichè dal semplice rât potrebbero anche essere venute dal composto aat. garâti, karâti [got. garaids], donde mat. geraete, gerête, tm. Gerât, di signif. perfettamente ug. a quello delle parole neol. Il cangiamento del g in c non è raro; nè il resto del vocab. è molto difforme. E del rimanente il signif. di “accompagnamento a cavallo” che emerge dalla frase «cavalier di corredo», e che riscontrasi pure fra i signif. delle diverse voci ger. mi pare che tolga ogni dubbio sulla origine di questa parola, che lo Zambaldi mette come incerta. Deriv.: corredamento, corredare, corredino; scorredato. V. Redo.

Cotta, sopravveste militare; sopravveste bianca dei chierici (Burchiello). Il Diez ammette come probabile la derivazione di questa voce [afr. cote, fr. cotte, sp. port. prov. cota, ing. cot], o dall’ags. cote, ing. cot, bt. kot, kote, ol. kot, piccola abitazione, capanna [tm. Kötte = armadio], ovvero dall’aat. chozzo e forme affini che vedremo più sotto. Ma poi sostiene che tutte queste voci ger. riposano sul l. cutis, pelle mediante un * cuta, e forme mlt. cotis, cottus (sec. 9.º), cota, cotta. Ma ultimamente il Kluge ha dimostrato che l’aat. cozo, cozzo, kozzo, kotzo, chozzo-a, mat. kotze, kutte, kotte, as. cot, [tt], grosso e rozzo mantel di lana, tm. Kütte, Kotze, benchè mancante al got. nd. e ing., è parola specificamente