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168 gala.


Gala, ornamento che le donne portavan sul petto, striscia di lana o pannolino lavorato e trapuntato; ornamento, abbellimento (Boccaccio, Labir.; Pulci, Ciriffo Calv.). Questo significato non è stato il primitivo, almeno in italiano; e ciò si vede chiaramente nell’afr. gale “allegrezza, voluttà, festino, facezie”, galer “rallegrarsi, fare nozze, menar treno” e vall. s’agalir “pararsi”. Evidentemente il vocabolo it. si restrinse a denotare un effetto di ciò ch’era indicato da principio dal fr., dal quale è verosimile che procedesse l’it. in quella invasione di modi e fogge del vestire che per testimonianza del Villani ci venne dalla Francia sullo scorcio del duecento e sul principio del trecento. Alla sua volta il fr. moderno gala, come anche sp. e port. gala, sono e per forma e per senso riproduzione dell’it. gala. Ora l’afr. gale è dal Diefenbach e dal Diez rimenato all’aat. geil, lussurioso, grasso, libidinoso [in Austria geil = gaio, lieto], ags. gâl, gajo, vivace; e meglio ancora all’aat. geili, fasto, lussuria. Dunque il senso fondamentale è “piacere, gioja”. Dal quale senso era naturale il passaggio del vocab. a significare “quegli ornamenti ed abbellimenti, specialmente di vestito, che sono effetto della gioja e del piacere”. Il Suchier però, pure tenendosi ad un’etim. ger., dà la preferenza all’ags. weale, felicità, opulenza, m. ol. wale; e ciò perchè gale e galer nell’afr. sono spesso scritti col w. Il l. gallari che ricorre in Varrone vale “baccheggiare”, ed è derivazione di Galli, nome dei sacerdoti di Cibele. Quanto all’aat. geil, esso appare primitivamente nel got. gailjan, rallegrare, as. gêl, ags. gál, ol. geil, mat. tm. geil. Nel mat. Biebergeil geil = testicolo. Il ceppo ger. ha per affini il lit. gailús, iracondo, furioso, acuto; a. sl. zêlu, da gailo, acuto, avv. zelo, molto. A semplice titolo d’erudizione accenneremo che sono state proposte anche l’etim. dal gr. τά καλά, le cose belle, e da άγάλλειν adornare, respinte a buon diritto dal Diez; la prima perchè il senso è molto diverso; al che si può ag-