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Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/241

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greppia. 213


rupe, haohchlëp, consistenza, anrd. klif, as. ags. clif, poggio, promontorio, mat. (basso renano) klippe, tm. Klippe, anrd. klippa, d’ug. sig. Si riferiscono qui anche anrd. kleif, serie di scogli, ing. cliff, punta, prominenza. Tutte queste forme accennano ad un got. * klif, klibis, e si svolsero secondo il Faulmann da vb. clëphan, fendere, scoppiare; quindi varrebbero propriamente “pietra ruvidamente tagliata”. La rad. ger. è klib che riscontrasi anche nel vb. kleiben, fendere, dividere. Accanto all’it. greppa-o, abbiamo lad. grip, e venez. grebano. Il signif. della frase fare greppo è evidentemente metaforico. Quando all’indurimento di l in r, esso è avvenuto anche in freccia da ger. vliz.

Greppia, quel luogo della stalla composto di lunga e alta cassetta murata, dove si mette il mangiare ai cavalli e ha sopra di sè la rastrelliera (Pulci, Morg.). Venne dall’aat. krippia da cribbia, crippëa, crippa, krippha, chripha, mat. krippe, kripfe, tm. Krippe, d’ug. sig. Altre forme ger. sono got. * kribjô, as. kribbia, kribba, ags. cribb, ing. crib, mangiatoja; poi svizz. krüpfli, bt. krübbe, ags. crybb, nd. krubba, e kripf nel Palatinato. Pel Kluge la voce ger. s’attiene al mat. krëbe, corba: quindi il signif. di “specie di corba” sarebbe il punto di partenza per krippe e derivati. All’incontro il Faulmann sostiene che qui sia avvenuta la fusione di due temi, cioè di aat. chrippa, crippa, crippëa, che sarebbe d’origine bt. e procederebbe da vb. chripfian per * chripfjan, afferrare che a sua volta rimonterebbe a mat. reffen [tm. raffen], aat. raffian; e di anrd. krëbe, corba, che spiegherebbe il signif. di “siepe intrecciata”, e deriverebbe da vb. rëpan, stendersi. abbracciare. Oltre all’it. greppia, dial. creppia, grupia, gropia, risalgono al vocab. ger. il prov. crepia, crepcha, crupia, afr. crebe, greche, fr. crèche. Dal fr. originò m. ing. crache, ing. cratch. Alcune delle forme prov. e it. riposano evidentemente sopra certe forme ger. secondarie proprie dell’anrd. e bt. Lo sp. non possiede questa voce, e si vaio in suo luogo di pesebre