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244 guascherino — guastare.


Guascherino, nidiace, epiteto d’uccelli (Lorenz. Med., Nencia). Il Delatre trasse questo nome dalla rad. di tm. Wäscher “lavatore, ciarlone”, donde enche Wäscherin, lavandaja, ciarlone”. L’uccello sarebbe stato così chiamato dell’esser molto loquace. Ma il signif. affatto nuovo assunto in it. da questo vocabolo, e di cui non c’è alcuna traccia nella lingua orig., rende assai ipotetica una tale derivazione che s’appoggia semplicemente all’analogia dei suoni.

Guastalla. Questo nome ger. ora è restato esclusivamente proprio d’alcuni luoghi dell’Italia settentrionale; ma anticamente dovette essere usato come nome avmune. Esso risulta dall’accozzamento di aat. warda, guardia, e stall, luogo; quindi valeva “posto da sentinella”. Il mlt. ne fece Wardestailum, Vastalla, da cui provenne it. Guastalla. Sarebbe, a parer mio, assai istruttivo il raccogliere ed analizzare i nomi di luogo d’orig. longobarda, che non sono pochi, massime nell’Italia settentrionale, come scorgesi dalle desinenze in engo (Bussolengo, Casalpusterlengo, Marengo, Pettinengo ecc.).

Guastare, rovinare, sconciare, demolire (Dante, Villani). Questo vb. se non è del tutto d’origine ger., è però fra quelli nella cui formazione hanno influito i popoli ger. colla loro pronuncia. Infatti il Mackel ammette che insieme con afr. guaster, fr. gatêr, a. sp. a. port. prov. guastar, distruggere consumare riposi so ger. wastôn, donde mat. wasten, che sarebbe stato tolto in prestito per tempissimo dal l., e di nuovo avrebbe agito sulle lingue rom. Il Diez aveva solo accennato all’orig. di mat. wasten dal l., e non aveva riconosciuto alcun influsso ger. su guastare. Sempre secondo il Diez l’agg. fr. guaste è verbale, e da questo si formò direttamente afr. guastir, e non da un ger. wastian, inverosimile e non documentato. È curioso che nel bl. guastare e guastator s’incontran primieramente solo nel sec 13º (Hist. Cortus. 1214, 1221; Chron. parm. 1281);