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304 macca — machignone.


M

Macca, abbondanza (Davanzati); a macca, in abbondanza, a ufo (Pulci, Morgante). Il Caix 366 trae senz’altro questa voce da aat. manac manag, mat. manc manch, molto, che conservasi nell’agg. del tm. manch, molto. Macca sarebbe per * manca, e il passaggio della liquida in gutturale sarebbe giustificato da esempi analoghi: ad es. mecca da t. Schminke. Pel signif. macca seguì lo stesso processo di svolgimento di ufo, da got. ufiôn, che dapprima valeva “in abbondanza”, poi “gratis”. A questo proposito lo Schneller ravvicina il friul. mong, quantità, e tirol. monquello, molto, a t. mancherlei, molteplice. Quanto alla storia ed allo sviluppo della voce ger., accanto alle voci già accennate, stanno mat. manec(g), tm. mannig, molteplice, poi got. manags, molto, ags. monig, ing. many, as. maneg, ol. menig: inoltre i derivati got. managei, aat. managi menigi, mat. menege menge, tm. Menge, folla, moltitudine. Il Kluge p. 247 si fa la dimanda se il vocab. ger. sia venuto da got. aat. mana, donde tm. Mann, uomo, col suffisso got. ga uguale a gr. κο, l. c.; per cui varrebbe “provvisto di uomini”. Ma poi, considerato che l’a. ir. menicc significa “frequente”, e l’a. sl. mûnogû “molto”, conchiude che la voce in quistione sia fondamentalmente indipendente dal got. aat. mana, uomo.

Machignone, sensale (dial. piemontese). U. Rosa ravvisa in questa voce e nella sorella fr. maquignon, una derivazione da rad. di tm. Mäkler, sensale, vb. mäkeln fare il sensale. Ma questo è un vb. recente nel tm., a cui è venuto dal bt. D’altra parte la forma stessa è troppo lontana, perchè sia possibile un passaggio. Io per altro ritengo che qui si tratti veramente d’un’etim. ger.; ma che questa sia da cercarsi nell’aat., dove troviamo huormahho