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l'ombra del passato 97


— Alto alto, con gli occhi piccoli e neri.

— Davide invece ha gli occhi grandi: son più belli. Dev’essere più bello di tuo zio.

— Sì, perchè lo dici tu!

Cominciarono a discutere animatamente, a proposito di occhi grandi e piccoli: a momenti si azzuffavano. Fortunatamente uno dei due ragazzetti bruni, finito che ebbe di masticare una castagna durissima, espresse la sua opinione.

— Gli occhietti piccoli sono più belli perchè sembrano gli occhi del sorcino.

Gli altri cominciarono a ridere pazzamente, beffandosi del ragazzetto.

— Oh, oh, gli occhi del sorcino! Son belli gli occhi del sorcino! Oh, oh!

Anche al ritorno i quattro ragazzetti si ritrovarono per istrada e andarono assieme fino a Casale. Adone se la intese specialmente col biondino, o meglio discusse animatamente con lui, mentre i due fratelli si indugiavano a buttare sassolini entro i fossi, o a contemplare qualche grappolino d’uva violacea che rimaneva ancora sulle viti spoglie.

Adone non aveva più con sè rinvoltino, dal quale si era separato a malincuore. Ma non importava: era fiero d’esser stato uno dei primi a portare i soldi al maestro, che s’incaricava di comprare il libro.

Rivedeva la figura bonaria e allegra del maestro, e il sorriso col quale egli l’aveva guardato mentre svolgeva il pacchettino.