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l'ombra del passato 7

sceva risalto il fazzoletto rosso elle egli teneva intorno al collo.

Intorno a lui ed al cordaio aumentava il chiasso dei bambini. Le rondini, che uscivano liberamente dalle case, dove avevano i loro nidi, e volteggiavano sulle aje in cerca d’insetti, non erano più allegre di quei bambini scalzi, dai capelli colore della polenta, e la coda della camicia dritta fuori della spaccatura dei calzoncini.

Ritto in mezzo a loro, come l’albero in mezzo ai fiori, Sison dava gli ordini:

— Puttini, correte! Portate fiori, fronde, foglie di fagiuoli. Badate di non strappare le piante.

I bambini sparirono. Uno solo, il cui viso spariva sotto le falde arrovesciate d’un cappellaccio di paglia, stette a guardare tranquillamente l’opera del cordaio.

— Adone! — gridò l’uomo, furibondo. — Non vai neppure a prendere i fiori? Ma di’, siete tutti matti, voi, oggi?

Adone sollevò la testa; si vide il corto visetto roseo, fra due grappoli di ricci neri, si videro due grandi occhi neri dalle larghe palpebre: la piccola bocca ironica restò chiusa.

L’uomo gli andò sopra, minaccioso.

— Dico, siete matti, voi, oggi?

— E lasciatemi stare, — disse finalmente Adone, con fare da grande, muovendo le ditine entro le profonde saccoccie dei calzoncini spaccati. — Lo zio Carlino parte: la zia sta ad arrostire il pollo per lui, e io devo accompagnarlo fino a San Martino.