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136 l'ombra del passato


Ma dopo la morte del marito anche lei s’era ammalata; non poteva più mandare avanti il suo carretto.

A Casale vivevano ancora i parenti del marito, fra gli altri un tintore molto ricco, e una vecchia, Barberina Bignami detta la Suppèi, che aveva un figlio in America.

— Li conosco, io! — esclamò Adone. — Eh, sono miei amici! Marco Bignami viene a scuola con me: ha sempre le calze nuove.

Questo particolare interessante colpì la vedova.

— Son ricchi davvero?

— Altro che son ricchi, — disse Adone, soffiando. — Hanno una stanza tutta piena di tele dipinte. Le inventa lui, il tintore: ne ho veduta una, bella, verde, con tanti pisellini come questi.

Egli indicò la veste di Caterina, la bimba, inginocchiata sull’erba, ascoltava a bocca aperta: nel sentire che il parente tintore aveva una tela verde a pisellini neri, provò tale gioia che balzò in piedi e fece un molinello. Forse sperava che il tintore le regalasse un vestitino: quello che aveva, intanto, si aprì di qua e di là, mentre ella saltava, e lasciò vedere due ginocchia così magre e sporche che parevano di legno. Adone le vide e arrossì. Non sapeva perchè, quella ragazzetta gli piaceva e lo disgustava. Era diversa dalle altre bimbe che egli conosceva. Per oltre un’ora egli, la vedova e la bimba rimasero assieme sull’orlo della strada, all’ombra della siepe. Egli accennò ai casi suoi, ma non disse che era scappato da casa sua. La donna