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148 l'ombra del passato


— Chi era Attila?

Lo scolaretto non ricordava. Aveva da pensare ad altre cose, lui!

— Attila era... era... re... degli Uni... e... — aiutò l’ispettore.

E subito lo scolaretto aggiunse:

— ...e degli Altri!

— Che roba, Dio mio! Che roba! — diceva Adone, raccontando il fatto al zolfanellajo. E rideva forzatamente, con la testina gettata all’indietro e le manine giunte.

Pochi giorni dopo il suo ultimo tentativo di fuga, egli rivide Caterina.

Era il giorno di San Marco. Adone andò a trovare il suo amico, che festeggiava il suo onomastico, e si trattenne tutto il pomeriggio a Casale.

Era agli ultimi di aprile: anche i gelsi avevano messo le foglie, e la madre di Marco aveva già fatto nascere i bachi. I due amici, dopo aver fatto una bella merenda di pane e salame, e dopo aver visitato il piccolo laboratorio dove il tintore conservava le tele dipinte che destavano l’ammirazione di Adone, uscirono per andare nei campi.

Davanti alla casa del tintore c’era un viottolo umido e solitario, in fondo al quale sorgeva una melanconica casetta di mattoni rossi, a un sol