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l'ombra del passato 157

cielo impallidiva, tingevasi d’un viola chiaro; un alito saliva dal fiume, il paesaggio si scuoteva, animato dallo stridio dei grilli, e la luna infocata saliva tra i vapori dell’orizzonte.

Una di queste notti Adone, che si aggirava sempre intorno al palazzo, vide arrivare una grande carrozza nera tirata da due cavalli che parevano di legno di noce, scuri e lucidi. Egli corse fino al cancello; e dalla carrozza vide scendere tre signore e una bambina.

La marchesa doveva essere la più vecchia, quella piccola e grassa, vestita di nero, con gli occhiali che scintillavano alla luna. L’altra, piccola e magra, in paglietta e col vestito corto, doveva essere la cameriera di Colorno. Appena smontata, aveva aiutato a scendere le altre due. La terza signora invece era alta, sottile, vestita di chiaro.

— Dev’essere un’altra serva — pensò Adone, ricordando che il Direttore, a Viadana, aveva una governante così alta e ben vestita.

La bambina, appena smontata, era corsa sulla scalea, affacciandosi ogni tanto sulla balaustrata. La signora piccola in paglietta le gridò qualche parola che egli non capì.

— Parla tedesco? — egli si domandò. — Parleranno tutte così?

Tutte queste cose lo divertivano e lo agitavano: rimase a lungo davanti al cancello, sperando di rivedere le donne, sperando di veder uscire la carrozza. Ma la carrozza fece il giro del viale e sparì dietro il palazzo, e le signore non riapparvero più.