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14 l'ombra del passato

non fanno che desiderare la mia morte. La mia Tognina sarà la mamma di Adone. Tu sei ricco e non hai figli. Mia moglie è debole e di poca vita. Io avevo bisogno d’un figlio: il Signore non me ne ha mandato; ed io me ne sono preso uno a prestito! «Tu hai un sacco di figliuoli, — ho detto a nostra cugina Martina — dammene uno». Ho preso Adone fra le braccia e me lo son portato via. E tu ora dici che bisognerebbe mandarlo a studiare? Neanche per idea, Carlin!

— È tanto intelligente! — disse l’impiegato.

— E tanto meglio, allora! Custodirà meglio la sua roba! Non è vero, puttino? Sarai un bravo paesano?

Adone, così direttamente interpellato, si mise a correre e non rispose. Ma il signor Carlino lo rincorse, lo atterrò e gli disse!

— Guardami! Ah, non sono occhi da contadino, questi! Sarai un dottore, di’?

— No, meglio maestro!

— Perchè? — disse l’impiegato, ridendo.

— Perchè il maestro sa tutto!

— Santa innocenza! — gridò l’altro, aprendo le braccia. Poi prese per mano il ragazzetto e si mise a chiacchierare seriamente con lui. Adone rispondeva pronto: trovava spiegazione a tutto.

Dopo il viottolo attraversarono un sentieruolo, fino all’argine che con la sua linea verde tagliava lo sfondo luminoso del cielo. Nei campi dietro il cimitero le distese di grano già dorato parevano splendere di luce propria tra il verde un po’ triste della meliga e del trifoglio.