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184 l'ombra del passato


— C’è anche la cravatta, — disse.

E Adone arrossì ancora, ma questa volta di gioia. Egli non aveva cravatta: possederne una era il suo sogno.

— Vieni spesso a trovarmi; non dimenticarti, sai! — pregò la donna quando egli se ne andò con la scatola sotto il braccio.

Caterina lo aspettava affacciata alla finestra che dava sul viottolo.

— Che voleva? Che voleva? — domandò curiosa, sporgendosi sul breve davanzale.

— Niente, niente, — egli rispose, misterioso.

— Invece io lo so! Ti ha dato il vestito di Marco: perchè tu non hai vestito da estate. Ella lo ha detto alla nonna Ballerina. E la nonna Barberina ha detto che tu non hai bisogno dell’elemosina di nessuno, perchè i tuoi parenti son ricchi. E ha detto inoltre che la tua zia ti bastonerà, se tu porti il vestito a casa...

— È vero, — ammise Adone; — ella forse mi sgriderà.

Senti, — disse allora Caterina, — vuoi che io nasconda in casa il tuo vestito?.. Vuoi? Dammelo.

— Lo porto dalla mia mamma...

Ma ella insisteva, sporgendo le piccole braccia, e guardando il ragazzo coi suoi occhi brillanti.

— Hai paura? Lo nascondo qui, vedi, nel cassetto del comò. In questa camera la mia mamma non viene mai. Dammelo.

Egli esitava. Poteva nasconderlo bene da sè, nella sua cameraccia: poteva portarlo dalla sua