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IV.

Le «recite in persona» cominciarono verso la metà di agosto. Gli attori, chi per istinto, chi per atavismo, erano tutti animati dal sacro fuoco dell’arte: fra gli altri c’era un ex-comico, residuo di una compagnia d’infimo ordine.

Durante gl’intermezzi un vecchio burattinaio suonava la fisarmonica. Candido il «pittore» faceva da brillante. Celeste, la studentessa, era la prima donna più indiavolata e birichina che si possa immaginare. Per amore dell’arte Adone qualche volta si adattava a far da seconda donna, e Celeste lo compensava abbracciandolo e baciandolo durante la recita e qualche volta anche dietro le quinte. Egli lasciava fare: ma si sarebbe molto più divertito il mese scorso. Oramai egli pensava a Caterina come ad una sposa legittima, ed era deciso a non tradirla. Nell’intimità, poi, egli scopriva molti difetti in Celeste; sopratutto non le perdonava la sua leggerezza e la sua civetteria. Ella badava a lui perchè il pittore era partito!

Sulle prime le «recite» non ebbero molto successo. L’ex-comico, che faceva da direttore arti-