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l'ombra del passato 93


— Eh, è così, per modo di dire!

Anche il maestro, biondo e grasso come un signorone, accolse benevolmente la povera donna e il nuovo scolaro. Anche lui fu colpito dagli occhi di Adone.

— Intelligente sei, — disse, battendogli una mano sulla testa. — Speriamo avrai anche buona volontà!

Nonostante queste lodi lo scolaretto rimase pensieroso e quasi triste durante tutto il tempo della scuola. Il maestro gli aveva detto che bisognava comprare il libro di lettura, almeno: come fare, se la Tognina non voleva spendere? Poveretta, se comprava i libri non poteva pagare i tributi!

Al ritorno egli passò dalla mamma: aveva una fame terribile, e gli pareva di non poter arrivare fino alla casa della zia. Per fortuna la mamma lo aspettava e gli aveva preparato una piccola focaccia ch’egli divorò avidamente, seduto sullo scalino della porta. I fratellini lo guardavano con invidia. Ottavio raccattò un pezzetto di focaccia, caduto per terra, e lo mangiò senza neppure pulirlo. Adone pensava al suo avvenire, a quando sarebbe stato maestro e avrebbe potuto aiutare i suoi poveri fratellini.

Intanto bisognava pensare ai libri. La mamma ripeteva:

— Speriamo che la Tognina li compri.

Ma egli non sperava: tuttavia disse:

— Ci penserò io!

Ritornò a casa e cercò ancora da mangiare. Non gli avevano lasciato niente; o meglio, la zia Elena