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fratellanza e morale 137


visione degli uomini e delle cose, può trasformarsi in forza distruttrice e demoralizzatrice.

Il primo appello alla Fratellanza, all’amore fra gli uomini per la loro comune origine, è venuto all’umanità dal Cristianesimo. All’uomo erano state prima insegnate la pietà, la compassione, l’amore, ma il concetto dell’uguaglianza fra gli uomini per la loro comune origine, l’amore per il prossimo come da fratello a fratello, come da pari a pari, proviene dal Cristianesimo. E non poteva essere diversamente, perché il Cristianesimo stesso si determinò nell’ora in cui l’uomo, attraverso sofferenze e dolori, aveva evoluto l’intelletto e la ragione, e formato la coscienza della propria Individualità. Fino allora infatti l’uomo, come individuo, non aveva acquistato personalità completa, ma era legato dai vincoli della consanguineità alla sua famiglia, alla sua tribù, per cui considerava i vincoli del sangue più sacri del diritto alla propria individualità; il padre comandava sul figlio come un superiore sul suo inferiore, vigeva sulla società una legge esteriore che doveva essere ciecamente seguita. Ma l’uomo è andato lentamente evolvendo la propria individualità e l’appello del Cristianesimo lo incitò a trascendere gli stretti limiti della famiglia e della tribù, sicché allargò il suo orizzonte, e il suo amore venne chiamato ad abbracciare non soltanto la sua razza, la sua nazione, ma venne chiamato ad abbracciare l’intiera umanità.

Il vero sentimento di fratellanza s’ispira a un profondo senso dell’Unicità dell’Universo, a quel senso che ha ispirato a S. Francesco il suo Canto del Sole, in cui il Santo si rivolge alla Luna, al Sole, alle stelle, all’Universo intero come a sorelle e a fratelli e sente con profondo amore la completa comunanza dell’uomo