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8 giannina franciosi


esponente della forza interiore di una nazione; coloro che più lavorano sono i popoli che più possono e il gigantesco conflitto di cui oggi siamo attori e testimoni ci dimostra quale potenza abbia il lavoro agricolo e industriale. Se il lavoro artistico sia nel campo della parola o della forma è indice visibile di un dato svolgimento psichico collettivo, il lavoro agricolo e industriale è il reale esponente del benessere e della forza di un popolo. Il secolare disprezzo verso il lavoro in quanto denotava una mancanza di ricchezza che permettesse d’essere oziosi usufruendo del lavoro altrui in epoche in cui il lavoro del pensiero non era come oggi così intimamente collegato a quello del braccio, va scomparendo — e non solo — ma lentamente è sostituito dal più sano concetto del lavoro come unico mezzo di ricchezza e di viver civile. Purtanto se ciò si è in gran parte raggiunto rispetto all’uomo rimane ancora dolorosamente vivo tale pregiudizio rispetto alla donna.

Eppure come misurare il valore morale del lavoro dinanzi all’inerzia?

Se ogni individuo dev’esser considerato rispetto alla collettività come trasformatore di una data forza motrice, non spetterà in varia misura anche alla donna tale trasformazione? Se la donna compie nella maternità per natura la più mirabile trasformazione di forze fisiche non unirà a questa una ancor più mirabile trasformazione di forze morali se in lei l’educazione avrà sviluppato ogni facoltà verso il più alto fine a cui possa venir chiamata la donna? Ma attendendo d’esser chiamata alla maternità come missione naturale e spirituale, essa deve evolvere la propria individualità in modo da poter partecipare alla vita con tutte le sue forze armonicamente indirizzate. Purtroppo tale svi-