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del voto alla donna mi appare in tutta la sua interezza. Perchè le donne chiedono di votare? perchè il voto è una forza di cui è disonesto privarle ora che lottano e soffrono come e più degli uomini.

Molte di noi adesso lavorano nelle officine, moltissime sono le insegnanti, molte le impiegate nei pubblici uffici: per queste specialmente il non esercitare il diritto del voto costituisce una vera inferiorità. Che la donna perda la sua femminilità partecipando alla vita politica non si dica più. Finché la donna non aveva sofferto, non aveva lavorato, non aveva lottato, non poteva sentire imponente il bisogno di partecipare ai diritti civili. Ma la guerra ci ha formato una nuova coscienza. E il giorno in cui abbiamo mandato i nostri figli e combattere, preparati, educati da noi mamme al sacrifizio, temprati alla vita; abbiamo sentito profondamente l’ingiustizia di non essere noi pure accanto agli uomini, a discutere le necessità della guerra. Senza dubbio la massa femminile deve essere educata per meritare questo privilegio. Noi non vorremmo avere il voto con il sentimento con cui fu concesso il suffragio universale. Noi vogliamo averlo meritato e vogliamo portare il contributo di lavoro e di esperienza al bene collettivo.

Che la donna non sia adatta alla funzione non si dica più! Quante volte abbiamo sentito uomini politici compiacersi di dovere la loro elezione all’opera femminile! Ma dobbiamo dunque sempre agire a traverso le nostre meno nobili tendenze, il vezzo e l’intrigo?

Non appare più degno, più nobile all’uomo aver la donna francamente al suo fianco e impegnare insieme la lotta per eleggersi il proprio deputato, quegli cioè che deve difendere i diritti collettivi e portare