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la donna e il suo nuovo cammino 13


la maggior parte di tali giovinette sono chiamate alla più alta e difficile missione della vita femminile: quella di sposa e quella di madre.

È nella prima età che si guidano e si trasformano i germi morali dei propri figli; come potrà farlo una madre che non abbia la coltura necessaria a quella formazione del carattere morale che solo si ottiene attraverso una profonda e vigilante conoscenza di noi stessi, verso il raggiungimento di un armonico sviluppo di tutte le forze che la natura ci ha largito? E se dal campo familiare noi passiamo a considerare la donna nel campo sociale, non si deduce la stessa necessità di forza di carattere e di coscienza dei propri doveri e delle proprie responsabilità? Lo ha essa raggiunto? Lo ha essa sufficientemente dimostrato? Quasi sempre nella vita vien fatto di giudicare dalle apparenze esteriori; soffermandoci a ciò che di particolare ci colpisce in un dato individuo, e dai particolari ne deduciamo un giudizio generale: così dalle personali esperienze, dalle osservazioni sui singoli individui e sui singoli difetti, uomini e donne sono tratti a giudizii generici. Come si suole citare e commentare i matrimoni mal riusciti deducendoli a regola generica, così è quasi sempre la donna leggiera, mancante di logica, troppo facile preda a gl’istinti meno nobili maschili, petulante nel ristretto ambito della propria ignoranza, ch’è presa a tipo d’un giudizio generico tanto erroneo quanto ingiusto; e certo non meno errato nè meno ingiusto è il giudizio che spesso trae la donna sull’uomo considerandolo dal caso singolo al generale. Se veramente esistesse tra noi e più intimamente tra uomo e donna il vero senso di fraternità basato sul concetto non di superiorità o d’interiorità, ma di differenza e quindi di compensazione e di mutua cooperazione, il