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58 m. a. loschi

vere anime che vi cedono, veri fuscelli in balìa non dell’impeto del vento, ma del primo alito che loro respiri vicino. Altrettante Cappuccetto Rosso!!

II sentimento deve essere equilibrato dalla ragione: dobbiamo imporre ogni vincolo alle nostre impulsività. L’impulsivo merita veramente di essere considerato un essere un po’ inferiore. Non è tanto vero che gli uomini siano più forti di noi, quanto che sono più ponderati di noi. Dobbiamo invece nell’educazione e nella formazione di noi medesime rinvenire quella magnifica temperanza di insuperato amore e di supe­rior disciplina, per cui le madri si staccano dal seno l’unico figlio adorato per consegnarlo alla Patria, e a lui non additano la via della viltà o del disonore, sibbene confortano a quella del dovere: pur sapendo lo strazio che può loro attendere, il colpo che domani lacererà forse le loro viscere, il grido estremo del loro sangue disperso per sempre.

Se non a rigore di sentimento queste donne si fossero educate, ma la loro anima si fosse imbevuta di sentimentalismo, come avrebbero potuto rendersi conto oggi del compito a cui le chiamava prima che la Patria, la stessa loro maternità? Onde, mentre deve abbandonare come ho detto e ripeterò, certe tendenze ultra-utilitaristiche, la scuola per la donna, l’educazio­ne femminile non deve cadere nell’eccesso opposto: deve corroborare lo spirito femminile alle lotte della vita, avvisando che queste lotte non sono soltanto quelle per la conquista di un pane o di un marito, ma altre più intime e più profonde: le grandi battaglie dell’anima, le vittorie su sè medesima.

Bisogna che ogni educatrice ricordi che nelle sue allieve deve preparare la donna, deve preparare la madre. Ogni educatrice deve — direi così — quasi