Pagina:La Donna e il suo nuovo cammino.pdf/89

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Quando ho cominciato a fermar la mente sul tema assegnatomi dalla nostra Sezione, non ho potuto a meno di domandarmi in quale condizione mi sarei trovata se, invece di parlare oggi, avessi dovuto farlo una cinquatina d’anni fa, quando i problemi dell’eman­cipazione femminile si affacciavano appena timidamente all’orizzonte. Confesso che ho ringraziato il cielo di avermi fatta nascere un po’ più tardi ed il mio pensiero si è volto riconosente ai pochi coraggiosi amici nostri che, primi, ci hanno comprese ed aiutate; a Francesco Morelli, che osò portare agli onori della pubblica discussione un argomento con cui si rischiava allora di perdere ogni considerazione di serietà, se non di essere addirittura dichiarati matti da legare o, cosa non meno grave, di affogare in un mare di ridicolo. Oggi le cose sono molto cambiate.

Con la tenacia e la resistenza degli organismi di forte vitalità; degli organismi destinati a sopravvivere; la donna si è insinuata un po’ dapertutto.

Oggi non si giudicherebbe più un assioma quello che il Leopardi ha detto della donna in tono anche troppo reciso: