Pagina:La Natura.djvu/235

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libro quarto 235

     Anche avviene talor, che un simulacro
Non segua un altro de la specie stessa,
1044Onde quel che da pria femina apparve,
Par che a noi fra le braccia un uom diventi,
O età muti e sembiante; e che tal vista
1047Ci dia stupor l’oblío ce ’l vieta e il sonno.
     [Qui fuggire a tutt’uom quel vizio è d’uopo
E schivar cauti quell’error, che i chiari
1050Lumi degli occhi sien creati a fine
Che si possa veder; femori e tibie
Basati sovra i piè giusto si pieghino
1053Ne l’estreme lor parti, onde si possa
Mover gran passi; che le braccia adatte
Co’ muscoli gagliardi e le ministre
1056Mani, date ci sien d’ambo le bande,
Perchè si faccia quanto al viver giovi.
Le interpretazïon di simil fatta
1059Scambian cause ed effetti, e fanno a’ calci
Con la ragion: però che nulla nasce
Nel corpo nostro a fin che usar si possa,
1062Ma ciò ch’è nato quel genera l’uso:
Nè già prima degli occhi il veder nacque,
Nè creossi il parlar pria de la lingua:
1065L’origin de la lingua anzi precesse
Di lunga mano il favellare, e assai
Prima che fosse un suon qualunque udito,