Pagina:La Natura.djvu/252

Da Wikisource.
252 la natura

1500Piena è di dignità, rispetto incute.
Intartaglia? Non spiccica la lingua?
Balbetta un poco. È muta a dirittura?
1503N’è cagione il pudore; una ciacciona
Uggiosa, mettiscandali, saetta
Divien facella ardente; una che tiene
1506L’alma co’ denti ed ha il sepolcro in viso
È una donnina tutta sentimento;
L’altra, che muor di tosse, è gracilina;
1509Quella tutta busecchia e tutta ciocce
È Cerere tal qual, di Bacco amica;
La rincagnata è Satira, è Silena;
1512Quella labbrona una bocca da baci.
Ma a dirle tutte opra saría ben lunga.
Pur sia quanto più vuoi bella di viso
1515L’amata donna, e da le membra tutte
Spiri il poter di Venere: ben altre
Pur ve n’ha al mondo; ben senz’essa innanzi
1518Vivemmo; ella fa pur le cose istesse,
E noi ben lo sappiam, che fan le brutte;
Di tetri odori, misera, profumasi
1521Tutta, sì che da lei lungi spulezzano
Le ancelle, e poi di sottecchi sghignazzano.
Ma l’escluso amator con lacrimosi
1524Occhi sovente i limitari ingombra
Di fiori e di corone; unge di amàraco
Le imposte inesorabili, e su l’uscio