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la capanna dello zio tom


poco a dimenticarla. Io non posso trarlo a parlarne mai; era veramente persuasa che fosse più sensitivo.»

— «Le acque tranquille sono profonde, dice il proverbio» rispose miss Ofelia con piglio misterioso.

— «Oh, non lo credo. Chi ha sentimento, lo mostra a prova; non si può fare altrimenti; ma l’essere sensitivi e pure la gran disgrazia. Vorrei essere come Saint-Clare. La forza del sentimento mi uccide.»

— «Eppure, signora — disse Mammy — è certo che Saint-Clare divien magro come un’ombra; non mangia che pochissimo; so che non ha punto dimenticato miss Eva, e chi potrebbe dimenticare quel caro angioletto!» soggiunse ella, asciugandosi gli occhi.

— «Bene; ma, ad ogni modo, egli non ha alcun riguardo per me — disse Maria — non mi ha rivolto mai una parola di conforto; eppure dovrebbe sapere quanto il dolore d’una madre ecceda quello del padre.»

— «Il cuore conosce le amarezze sue proprie» disse gravemente miss Ofelia.

— «Lo credo anch’io. So io sola ciò che soffro; nessun altro può immaginarselo. Eva ben lo sapeva, ma non è più!» E Maria, così dicendo, si abbandonò, singhiozzando, sul dosso della sedia.

Maria era uno di quelli esseri infelici, agli occhi dei quali ciò che è perduto acquista un pregio che non ebbe mai. Finchè lo possiede pare che voglia scrutarne ogni ruga, ogni menda; ma non sì tosto è perduto, quell’oggetto diventa per lei d’un valore inestimabile.

Mentre questo discorso si tenea nella sala, un altro avea luogo nello studio di Saint-Clare.

A Tom, che ansiosamente tenea sempre dietro al padrone, ve lo aveva veduto entrare da parecchie ore; e avendo quindi aspettato inutilmente che ne uscisse, si era alla fin fine deciso di farsi innanzi; e vi entrò leggermente. Saint-Clare stava sdraiato sopra il sofà, in fondo alla camera, colla piccola Bibbia di Eva spiegata sotto ai suoi occhi. Tom procedette e fermossi presso il sofà; esitò, ma Saint-Clare, vedutolo, sorse prestamente in piedi. Quella faccia di galantuomo, improntata d’un dolore così profondo, di una pietà sì affettuosa, d’un’aria così supplichevole, commosse l’animo del padrone. Pose questi la sua mano sopra la mano di Tom, e abbassò il capo.

— «Oh Tom, figliuol mio, tutto il mondo è per me vuoto come il guscio di un uovo.»

— «Lo so, padrone, lo so, — disse Tom. — Ma, oh se il padrone potesse alzar gli occhi lassù, là dove è la nostra cara Eva; lassù, all’amato Gesù Cristo!»

— «Oh Tom! guardo anch’io lassù; ma tutto è buio. Vorrei pur vedervi qualche cosa.»