Pagina:La difesa della razza, n.1, Tumminelli, Roma 1938.djvu/13

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    uesta rivista nasce al momento giusto. La prima fase della polemica razzista è chiusa, la scienza si è pronunciata, il Regime ha proclamato l’urgenza del problema. Si può fare qualche cosa di utile chiarendo agli Italiani non i termini di una dottrina, che ha trovato ormai la sua più semplice ed efficace formulazione, ma la sua irrevocabile necessità e la sua vasta portata. Con la conquista dell’Impero, con l’assunzione, cioè, di sempre maggiori responsabilità storiche, l’Italia deve dare al problema razziale la preminenza che gli spetta sia dal punto di vista strettamente biologico, sia da quello del costume. L’Italia di ieri, rimorchiata da forze estranee al suo particolare genio verso compiti estranei alla sua vocazione, poteva ignorare il razzismo e giudicarlo anacronistico; non potrebbe l’Italia fascista rifiutarsi di considerare e di affermare se stessa come potente e sicura unità razziale nel momento in cui numerose genti diverse sono passate sotto il suo dominio ed esigono una ferrea sistemazione gerarchica nel quadro dell’Impero; mentre un razzismo antichissimo ed aggressivo, il più feroce e delirante razzismo teologico, l’ebraismo, minaccia apertamente la società umana e tenta di asservirla ai suoi inammissibili fini, con la complicità di popoli e di partiti miseramente corrotti. L’intima logica del Fascismo porta all’esaltazione del concetto di razza; e, più che del concetto, dei valori concreti della razza, valori biologici ed etnici, sangue e genio, coi quali si costruisce in concreto l’avvenire del popolo italiano, nella immensa impresa che Mussolini conduce: restituire all’Italia il suo volto, la sua forza e la sua missione nel mondo.

Questa rivista, pur avendo stretta unità di concezione e di ispirazione, si divide in sezioni, quanti sono i settori nei quali il razzismo italiano condurrà la sua opera: scienza, documentazione, polemica. Noi divulgheremo qui, con l’aiuto di camerati studiosi delle varie discipline attinenti al problema, i concetti fondamentali su cui si fonda la dottrina del razzismo italiano; e dimostreremo che la scienza è con noi; perchè noi siamo con la vita, e la scienza non è che la sistemazione di concetti e di nozioni nascenti dal perenne fluire della vita dell’uomo. Anche la scienza ha la sua morale, ed è una morale umana.

Noi faremo della documentazione; la quale ci darà modo di dimostrare quali sono le forze che si oppongono all’affermazione d’un razzismo italiano, perchè si oppongono, da chi sono mosse, che cosa valgono, come possono esser distrutte e come saranno distrutte.

E faremo, infine, della polemica. Vale a dire combatteremo contro le menzogne, le insinuazioni, le deformazioni, le falsità, le stupidità che accompagneranno questa affermazione fascista dell’orgoglio razziale, questa liberazione dell’Italia dai caratteri remissivi che le furono imposti, questa superba restituzione del suo vero volto per tanto tempo ignorato. La polemica sarà il sale nel pane della scienza, quindicinalmente spezzato.

Ci assiste, in questa impresa, la volontà mussoliniana di «tirare diritto»; la solidarietà del Partito, che già sviluppa una risoluta azione attraverso la sua potente e precisa organizzazione centrale e periferica; e l’orgoglio di razza, che è «chiara onnipresente coscienza di razza».

T. I.


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