Pagina:La donna italiana descritta de scrittrici italiane, 1890.djvu/443

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e spesso cattivi; ne soffrireste orribilmente: il vostro trono non deve essere una povera cattedruccia elementare, rósa dai pettegolezzi e da invidie abiette e puerili, ma il cuore ardente d’un giovane sposo innamorato, di cui sarete l’idolo, la dolcezza, l’orgoglio.

Tutte queste cose, ditemi, le avete intuite, sentite, ve le hanno dette? Ahi! Quanti lamentevoli no, mi giungono da ogni parte d’Italia! Quanti no tristi ed eloquenti, si sprigionano dall’aureo libro che uno dei più grandi educatori d’Italia — il De Àmicis — ha mandato in questi giorni pel mondo!

Ma — perdonatemi l’insistente domandare — non vi hanno neppure fatto sapere che oggi, grazie al cielo, l’operosità femminile può esercitarsi su campo più vasto e — lasciatemelo dire — » più confacente all’indole di molte di voi?

Vedete: non si nasce pittrici di ventagli, cucitrici a macchina, sarte da uomo e da donna, aggiuntatore di stivaletti, trinaie, telegrafiste e fabbricanti di bambole; ma per far le maestre bisogna nascer maestre: e le bambine che strappano la coda ai passerotti, scodinzolano alla spera, e magari — per far la scimmia alla mamma — si tingono gli occhi col nero fumo, non possono diventar maestre.

Riassumendo il fin qui detto: le giovani licenziate dalle scuole normali che s’incamminano alla meta del loro faticoso pellegrinaggio, sono degne di giungerla? Sanno che sia lo studio delle facoltà dell’anima? Sono ben preparate ad intraprendere l’educazione del sentimento nel cuore dei loro futuri alunni? E — sopratutto — hanno esse rinunziato a tutto ciò che non è la scuola? Cominciamo dal rispondere alla prima domanda: Non solo, oggi, i filosofi, gli scienziati, i romanzieri e i poeti (ohimè! si, anche i poeti) s’arrabattano per assicurare il trionfo dell’uomo-bestia sull’uomo-anima: ma, ed ecco ciò che più mi sgomenta, anche le donne, le donne gentili, molte delle quali educatrici esimie, ostentano un superbo disprezzo per quanto si riferisce alle facoltà dell’animo e sono giunte a chiamar retorica il sentimento, beghineria la fede.

Il trionfo dell’intelligenza! Ecco il loro programmai È giusto

L’uomo ha della pianta e dell’animale insieme. Avvengo: infatti nel nostro corpo, come nell’organismo di un albero, mol-