Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/122

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sez nous.1 Pochi giorni dopo si fidanzarono ufficialmente. La bellissima creatura, che doveva poi essere tanto infelice, fu chiamata "la piccola rosa di Baviera„. Le nozze si celebrarono nell’aprile del 1854, ed ebbero una nota romantica che era cominciata nel parco di Possenhofen qualche mese prima, quando il giovane imperatore vi era andato per conoscere la principessa Sofia, sorella maggiore di Elisabetta, perchè doveva fidanzarsi a lei, che sposò poi il principe di Thurn et Tsxis, un omaccione ordinario, ma straricco. Sofia, non interessante come le sorelle, rivelò per alcuni anni la sua tristezza. Domenico Bianchini ricorda di averla veduta al matrimonio di Maria Sofia a Monnco, con grande aria malinconica, che tutti attribuivano al mancato matrimonio con l’imperatore.

Il Di Brocchetti non rivide più il Petrulla; anzi, incontratisi nel 1860 a Napoli, per le scale del ministero degli esteri, essendo il Di Brocchetti già divenuto prete dell’Oratorio, non si salutarono neppure. Il Petrulla, benchè vecchio, era impetuoso, superbo, odiatore del mondo e avido di danaro, ma non privo di una certa acutezza diplomatica. Se le lettere scritte da Vienna a Paolo Versace nel 1856 e pubblicate da Giuseppe Carignani, nella vita del Versace, furono scritte da lui, come tutto lascia supporre, il Petrulla non s’ingannava nel falso indirizzo della politica del re di Napoli, e non a torto ne prevedeva i tristi effetti. Restò ministro di Napoli a Vienna anche dopo il 1860, come restò il San Martino a Madrid. È noto che l’Austria e la Spagna non riconobbero il Regno d’Italia che dopo la guerra del 1866. Francesco II, non più re, non poteva corrispondere alcun assegno a questi suoi ministri, e il duca di San Martino, generoso e leale uomo, vi si rassegnò; non così il Petrulla il quale, dovendo inviare a Francesco II alcune migliaia di fiorini, che l’Imperatore e gli arciduchi mandavano al detronizzato sovrano, ne ritenne quelle che credeva essere sue competenze, e la minor parte della somma inviò a Roma. Il Re ne fu così offeso, che immediatamente gli ordinò di dare la consegna della legazione al regio incaricato di affari a Dresda, Ernesto Merolla, che la resse sino all’arrivo del nuovo ministro,

  1. Henri de Weindel, François Joseph intime. — Paris, Librairie Felix Javen, 1906.