Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/248

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era costretto a ripetere quanto espose altre volte, che cioè la politica napoletana doveva trasformarsi, abbandonando l’Austria e seguendo la Francia; che tale trasformazione avrebbe dovuto compiersi fin dal giorno che il Piemonte e la Francia vinsero a Magenta e a Solferino, e fin d’allora concedere una Costituzione imperiale, e di accordo col Piemonte e con Napoleone, occupare le Marche, per togliere al Piemonte l’occasione d’invaderle, dal momento che il Papa aveva raccolti a sua difesa i legittimisti di tutta Europa, e datone il comando al generale Lamoricière. “Ma le mie convinzioni, soggiunse, non convinsero il Re, e n’ebbi gran dolore, perchè presentii le sventure che ora ci sovrastano. Mi son permesso già da tempo di sottomettere al Re la mia opinione, cioè che in Sicilia non si compie un’insurrezione, ma tutta una rivoluzione, e le rivoluzioni non si combattono col cannone, ma si cerca conquistarle moralmente„.1

Propose di mandare a Parigi persona adatta per trattare con l’Imperatore, e ottenerne le necessarie guarentigie per l’integrità del Regno, o almeno delle provincie continentali. Il generale Carrascosa lealmente gli disse: “Se l’Eccellenza Vostra fosse partita il 4 aprile per la Sicilia, la causa del Re sarebbe trionfata nell’Isola„. Filangieri gli rispose: “V’ingannate, generale. Quando io abbandonai il 30 settembre 1854 la Sicilia, portai meco la convinzione, che il sistema di governo, che si voleva imporre da Cassisi a quel paese, l’avrebbe fatto presto o tardi perdere alla Monarchia napoletana„.2

Il conte d’Aquila aderì con grande disinvoltura a Filangieri, dichiarando che Brenier gli aveva detto più volte, che se il Re avesse dato uno Statuto a tipo imperiale, la Francia avrebbe garantita l’integrità della Monarchia. Vi aderì anche il vecchio Cassare, presidente del Consiglio e vi aderirono Carafa e Comitini, però dichiarando non credere opportuno mandare persona a Parigi: potersi trattare direttamente con Brenier. Il Re incaricò Carafa di convocare i ministri esteri per assodare la circostanza riferita dal conte d’Aquila.

Sulla proposta di un mutamento radicale nella politica interna ed estera, lunga e vivacissima fu la discussione. Chi era per la resistenza ad ogni costo; ohi si contorceva come il conte

  1. Archivio Filangieri.
  2. Id. id.