Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/64

Da Wikisource.

— 48 —

solo che il governo lo volesse, e Filangieri lo tentò. Bisognava però colpire l’immaginazione dei Siciliani e persuaderli che il governo di Napoli, politica a parte, era civile e riparatore, e che la riconquista della Sicilia non significava imbarbarimento e miseria. Egli era convinto che, attuando nell’Isola, ma rapidamente, un programma di riforme civili a cominciare dalle strade, si sarebbe fatta opera saggia e politicamente utile.

Filangieri aveva voluto il Cassisi per ministro di Sicilia a Napoli, reputandolo uomo a lui devoto. Era persuaso che, senza un accordo sincero e durevole tra lui e quel ministro, non era possibile tradurre in atto un piano di riforme, con l’intento di affezionare via via la Sicilia ai Borboni. Ed ha lasciato fra le sue carte documenti preziosi circa le sue lotte col Cassisi, e un ritratto di costui, forse un po’ appassionato, ma vero nel fondo. "In verità — lasciò scritto il Filangieri — non mancano in lui prontezza d’ingegno, laboriosità ed un corredo di conoscenze legali, soprattutto in materia penale. Di economia e di scienza amministrativa ne studiò qualche cosa, divenuto consultore in età provetta. Ma ha, e l’ebbe sempre, natura facile a passionarsi, corriva al sospetto, suscettibilissima. Anima aspirante a dominar tutto e tutti, ma piena di volgari passioni, che fecero della sua ambizione uno strumento di vedute municipali, d’ingiuste predilezioni, di vecchi e nuovi rancori, di gretti e meschini interessi. Però astuto e simulatore destrissimo, sapea infingersi meravigliosamente, e per affettar temperanza, all’opportunità lodava i suoi avversari, nel mentre ne meditava la rovina. Lusinghiero sempre e piaggiatore verso coloro di cui avesse bisogno, fossero pur delle più infime classi sociali, fu sempre invece schizzinoso con quelli che avesser bisogno di lui. Divorato da ansiosa bramosia d’innalzarsi, non voltò mai faccia ad ogni mezzo, qualunque esso fosse, che reputasse conducente al suo scopo, e combattè incessantemente ad oltranza per sbarazzarsi di coloro, che gli facevan ombra, fossero pure quei medesimi, che, piaggiati da lui, lo avessero aiutato ad elevarlo in dignità, e a farlo divenire un loro pari„.1

A spiegare la severità del giudizio, bisogna ricordare che il Cassisi, obliando ogni sentimento di gratitudine, divenne, dal

  1. Archivio Filangieri.